lunedì 16 marzo 2015

Due di quattro

Mi basta chiudere gli occhi per un attimo per rivederla.

Un caschetto biondo. Un sorriso così grande da illuminarle il volto. L'apparecchio per i denti che fa bella mostra di se.

La sorella numero due, quella che tanto avevo desiderato, dopo quasi 8 anni vissuti da figlia unica.
Lei era perfetta, così seria e meticolosa in tutto quello che faceva.
La guardavo pulire il suo strumento preferito: un filicorno  dal nome troppo difficile da pronunciare perfino per me, l'odore del cotone imbevuto di olio lucidante che con cui lo strofinava prima di riporlo nella custodia sotto il letto ... Gli spartiti in ordine nel raccoglitore.
La bambina che nessuno ha mai dovuto sgridare, che non chiedeva quasi mai l'aiuto dei grandi.
Aspettavo con ansia  di potermi  calare nella   parte della sorella maggiore, ma lei niente, sempre autonoma e indipendente affrontava ogni situazioni a modo suo, crescendo troppo in fretta sotto i miei occhi. 

Riapro gli occhi e la vedo arrivare da lontano. I capelli ora sono lunghi sulle spalle e un po' più chiari, la magrezza si è trasformata in leggerezza ed eleganza, le lentiggini sono  nascoste sotto un velo di trucco. 
Avanza con passo sicuro, come rapita da una visione, i suoi sogni sono  chiari all'orizzonte ,  riesce quasi a toccarli... In un attimo è già la.

Ti voglio bene sorellina . Non te l'ho mai detto. Lo faccio ora .















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